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martedì 2 febbraio 2021

Il Barocco: invenzione e stupore

 Mi sono sempre domandato perché l’epoca in cui irrompe il pensiero scientifico, e quindi la razionalità, la fiducia nelle potenzialità conoscitive dell’essere umano, il lento decadere dell’atteggiamento fideistico-religioso a favore di un pensiero più indagatore e ricercatore, abbia come manifestazione il Barocco, che è quanto di più irrazionale e fantastico riusciamo a immaginare nell’arte.
Anche il termine “barocco” ha ben poco di scientifico: deriva dal portoghese “barroco” che significa “perla irregolare”. Forse una spiegazione sta nella preoccupazione tutta barocca di abbandonare dagli schemi “perfetti” del classicismo e di andare alla ricerca di temi bizzarri, insoliti, che creano meraviglia.
Nel periodo barocco le arti non cercano più solo il bello, non derivano da Dio, non imitano la natura e si liberano dal rapporto costante con le  Sacre Scritture,. In primo piano c’è il lavoro artificioso dell’artista.
Quindi si abbandonano i simboli dell’arte rinascimentale dove Dio è nella realtà. Nell’arte barocca Dio e la realtà sono completamente separati.
La rivoluzione scientifica porta con sé il desiderio di novità, e il barocco è soprattutto questo: stupore innovativo. L’insolito e il sorprendente vengono evocati con l’uso di metafore, di allegorie. Lo spontaneismo naturale lascia spazio al lavoro “artificioso”, dominato dall’ingegno e dall’invenzione.
Il Barocco vuole fare piazza pulita delle idee rinascimentali, prima fra tutte l’imitazione della natura. Anche l’idea del bello assoluto che aveva pervaso il Rinascimento non piace più: si mette in scena anche la stravaganza e la bruttezza. Questo accade maggiormente in Italia ed in Spagna, dove le spinte di rinnovamento erano più forti. La Francia a metà del 1600 è già pronta per il ritorno al classicismo.
In epoca barocca si celebra l’acutezza dell’ingegno, quella facoltà che stabilisce anche rapporti arbitrari tra le cose e insegue l’uso di paradossi, metafore ed esagerazioni. Il Barocco segna la rottura tra scienza e religione. Così si spiegano gli aspetti bizzarri e irregolari dell'arte del Seicento, contrapposta a quella lineare e razionale del Rinascimento.
La politica internazionale in questi anni è dominata dal principio di equilibrio che regola i rapporti di forza tra le forze e le potenze europee. L'interesse per una politica coloniale espansionista spinge alla conquista di posizioni strategiche per il commercio internazionale. L'Inghilterra per più di mezzo secolo detiene l'egemonia commerciale e marittima. Il pensiero storico-filosofico dell'Illuminismo costituisce il supporto ideologico della prassi politica. Il ruolo preminente assunto dalla politica coloniale nel '700 rappresenta uno dei punti cardine per lo sviluppo  del sistema economico moderno. Comincia lo sfruttamento economico di stampo coloniale. Nello stesso tempo Voltaire e Rousseau traducono gli ideali di ragione, di libertà e di uguaglianza in effettivi strumenti di lotta della nuova classe borghese contro i privilegi nobiliari ed ecclesiastici, elaborando le ideologie che porteranno alla Rivoluzione.

Il Barocco coincide con un periodo di profonde contraddizioni e di disagio sociale. In campo artistico ci si oppone all’equilibrio che aveva dominato l'epoca rinascimentale. E’ un addio al risveglio creativo, alla meditata riflessione sul passato, alle conquiste che sembravano non avere limiti e volevano portare alla perfezione. Con l’arrivo del pensiero scientifico comincia la messa in discussione di molte cose: si affievoliscono le certezze, si incrina la fiducia dell'uomo, e le nuove conquiste scientifiche non fanno che riportarlo alla consapevolezza dei suoi limiti; c’è lo smarrimento di fronte al cadere anche della sicurezza religiosa con l'infrangersi della compattezza cristiana dopo l'avvento della Riforma. C’è un'atmosfera di crisi e di irrequieta ricerca. Il tutto si muove all’interno del rigido "assolutismo statale" tipico di quasi tutte le monarchie europee, e del ferreo "assolutismo religioso", cattolico e protestante, conseguenza della Riforma. La crisi anche economica che coinvolge Italia e Spagna non crea però decadenza, ma tensione verso una nuova idea del mondo, come preparazione di una nuova civiltà: ne sono testimonianza gli aspetti più innovativi in ambito filosofico, scientifico, storiografico, anticipatori della civiltà e della cultura moderne. E' un'età di preparazione, di forti cambiamenti in cui si intravedono caratteri che si chiariranno nei secoli seguenti.

  
Correggio, Adorazione dei Magi (1515-1518)
 

 
Correggio, Madonna del latte (1524)
 
 
Correggio, Leda (1531)
 
 
 Il precursore del Barocco è  Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio, agosto 1489 – Correggio, 5 marzo 1534)

All’esplosione del colore veneziano e al manierismo romano, contrappone uno stile fluido e luminoso, di forte coinvolgimento emotivo. Nello sforzo di ottenere la massima espressione di leggerezza e di grazia, Correggio è un precursore della pittura illusionistica.

 
Annibale Carracci, Cristo e la samaritana (1593-94)


Annibale Carracci
(Bologna, 3 novembre 1560 – Roma, 15 luglio 1609)
recupera della grande tradizione della pittura italiana del Cinquecento, con un'originale sintesi delle molteplici scuole del Rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e il Veronese. In polemica col Vasari, scrive: “L’ignorante Vasari non s’accorge che gli antichi buoni maestri hanno cavate le cose loro dal vivo, et vuol più tosto che sia buono ritrar dalle seconde che son l’antiche, che da le prime e principalissime che sono le vive, le quali si debbono sempre immitare. Ma costui non intese quest’arte”
Con il cugino Lodovico e il fratello Agostino diede vita alla celebre bottega, nota con il nome di Accademia dei Carracci, o Accademia degli Incamminati. Con Caravaggio e Rubens è ritenuto uno dei padri nobili del Barocco.


 
Caravaggio, Adorazione dei pastori
 
 
Caravaggio, Martirio di San Matteo (1600-1601)
 
 
Caravaggio, Vocazione di San Matteo (1599-1600)

Caravaggio
(Michelangelo Merisi) (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610),
Per il talento dimostrato, a 13 anni viene mandato dalla famiglia a Milano presso la bottega del pittore, già allievo del Tiziano, Simone Peterzano, dove impara le tecniche del Realismo Lombardo e del Rinascimento Veneto, rivelando anche il carattere forte e violento che caratterizzerà le vicende della sua vita.
Finito l'apprendistato, Caravaggio si trasferisce a Venezia per studiare da vicino i grandi Maestri Veneti, Giorgione, Tiziano e Tintoretto e, verso i vent'anni si sposta a Roma dove accetta l'ordinazione di quadri rappresentanti, secondo il gusto dell'epoca, fiori o frutta.
Se intendiamo per “barocco” la ricerca di immagini di grande impatto visivo, generate da un impulso razionale basato sulla osservazione della realtà anche scientifica, (come le architetture di Borromini e Guarini), allora Caravaggio era barocco. E anche se vogliamo definire il barocco come stupore dell'artista di fronte alla realtà e come suo desiderio di comunicarlo attraverso i temi del barocco come la scena totale, l’ambiguità vita-teatro, l’importanza dello spettatore, l’ardimento nelle difficoltà, il disamore degli equilibri, l’eroismo popolare del gesto, l’organicità e il naturalismo, l’allegoria, l’etica cche diventa estetica, la luce come materia-tempo. Caravaggio inaugura quella nuova visione poetica che possiamo chiamare Barocco ma che non va riferita assolutamente al significato "esteriore" che il termine purtroppo spesso ricopre.

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Dopo le morti precoci di Annibale Carracci (1609) e di Caravaggio (1610) il mondo artistico sembra dividersi in due: vi erano i caravaggeschi con la loro estrema verità ottica e sociale 

 
Artemisia Lomi Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne (1612-13)
 
 
Artemisia Lomi Gentileschi, Susanna e i vecchioni (1610)


Artemisia Lomi Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, post 31 gennaio 1654)  

 

 
Battistello, Putti in vendemmia (1610)

Battistello (Giovanni Battista Caracciolo) (Napoli, 7 dicembre 1578 – Napoli, 23 dicembre 1635)
 

 

 
Georges de la Tour, La chiromante (1635)

Georges de la Tour Georges du Mesnil de La Tour (Vic-sur-Seille, 10 marzo 1593 – Lunéville, 30 gennaio 1652)
 

 
José de Ribera, San Francesco in meditazione (1643)

Jusepe de Ribeira (José de Ribera, o “Spagnoletto”) (Jàtiva, 17 febbraio 1591 – Napoli, 2 settembre 1652)

Dall'altra parte gli accademici, perfetti, nobilissimi, classicisti, che rielaboravano gli stili storici fornendone una lettura nuova ed eclettica. I centri in cui queste scuole si svilupparono furono Bologna con artisti di grande talento come Reni, Zampieri e Albani, tutti cresciuti nell'Accademia degli Incamminati, detta anche Accademia dei Carracci, fondata verso il 1582 a Bologna dai Carracci (Agostino, Annibale e Ludovico).

 

 
Guido Reni , Ritratto di una vecchia donna (1611 circa)
 

 
Guido Reni, San Giuseppe con Gesù bambino (1635)

 
Guido Reni, San Pietro penitente  (1605)



Guido Reni (Bologna, 4 novembre 1575 – Bologna, 18 agosto 1642)
 

 

 
Domenichino, Sibilla cumana (1617)

Domenichino  (Domenico Zampieri) (Bologna, 21 ottobre 1581 – Napoli, 6 aprile 1641)
 

 
Francesco Albani, Maddalena penitente

Francesco Albani (Bologna, 17 agosto 1578 – Bologna, 4 ottobre 1660) 

 

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Ma sarà un'altra strada ad avere più fortuna negli anni successivi e ad avere più seguaci: è lo stile che Pieter Paul Rubens (che vedremo nel prossimo capitolo)  elabora nei suoi viaggi in Italia. In Rubens c'è la potenza fisica delle figure di Michelangelo Buonarroti, la grazia di Raffaello, il colore veneto di Tiziano e una nuova carica energetica. L'arte di Rubens, quindi, verrà esasperata da Guercino nel secondo decennio del secolo

Guercino, Sibilla persica (1647-48)
 
 
 
 
Guercino, Paesaggio al chiaro di luna (1616)

Guercino (Giovanni Francesco Barbieri) (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666)
 

 
Pietro da Cortona, Alleanza di Giacobbe e Labano (1630-35)
 
 

 
Pietro da Cortona, Il ritorno di Agar ad Abramo (1637)

 

 

 
Pietro da Cortona, Il ratto delle sabine (1630)

Pietro da Cortona (Pietro Berrettini) (Cortona, 1º novembre 1596 – Roma, 16 maggio 1669)
Pittore e architetto, tra i massimi interpreti del primo Barocco, autore di alcune delle più celebri creazioni del barocco romano quali la chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano, e il Trionfo della Divina Provvidenza in Palazzo Barberini. 

 

 

 
Diego Velázquez, Ritratto di donna spagnola (1635)

 
Diego Velázquez, (Siviglia1599 – Madrid 1660), l'artista spagnolo più importante tra quelli presenti alla corte di Re Filippo IV.
A Velázquez  si sono ispireranno i pittori de realismo e dell'impressionismo (in particolare Manet). Anche altri artisti moderni, tra cui Picasso e Dalí e Francis Bacon hanno espresso tributi a Velázquez reinterpretando alcune delle sue opere più celebri. 



 
Giambattista Tiepolo, Trionfo di Flora (1743)
 
 
Giambattista Tiepolo  ( Venezia 1696 - Madrid 1770 ). Tra i massimi esponenti del rococò e ultimo grande protagonista della decorazione monumentale in Europa.

 
Canaletto, Canal Grande e San Simeone (1740)
 
 
Canaletto, San Giovanni dei battuti a Murano (1725-1728)

Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia, 17 o 18 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768)
Segna il passaggio dal barocco alla cultura illuminista. Pittore e incisore, cittadino della Repubblica di Venezia, noto soprattutto come vedutista.
I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un'indagine condotta con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza col maggiore momento di diffusione delle idee razionalistiche dell'Illuminismo. Insistendo sul valore matematico della prospettiva, l'artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della camera ottica.




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