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lunedì 22 febbraio 2021

Un peu plus loin... y un poco mas lejos

Le strade del post-impressionismo

Quando la forza propulsiva dell'Impressionismo si avvicina alla fine del secolo non si esaurisce, ma cerca nuove strade che partendo dalla originaria "missione" tendono a esasperare o ad approfondire alcuni aspetti della loro origine. Il post-impressionismo in effetti si sviluppa in diverse direzioni tra cui c'è anche la strada personalissima intrapresa da Van Gogh, a cui sarà necessario dedicare uno spazio successivo. Ma senza dubbio quella di Paul Gauguin è una delle più significatve,  non solo per i risultati che raggiunge ma anche perché genererà nuove visioni dell'arte futura, a cominciare dai Nabis che vedremo successivamente, a testiminiare quanto il passaggio tra Ottocento e Novecento sia veramente uno stato di grazia per l'arte, in cui nascono molte correnti interessanti e l'arte si avvia a diventare moderna.



 
Paul Gauguin, Sentiero nella foresta (1873)


 
Paul Gauguin, Ia Orana Maria (1892)


 
Paul Gauguin, Fiori in un vaso


 
Paul Gauguin, Paesaggio di Martinica (1887)


 
Paul Gauguin, Lavandaie (1888)

Paul Gauguin (Parigi, 7 giugno 1848 – Hiva Oa, 8 maggio 1903)
Io non sono mai stato particolarmente appassionato da Gauguin, ma è necessario sottolineare l’immane portata di questo artista che forse più di ogni altro contiene nella sua pittura molti elementi che daranno luogo alle correnti future. Mentre cioè l’Impressionismo sarà obliterato dalle avanguardie del Novecento, la pittura di Gauguin, il suo uso intenso del colore, il suo rifiuto delle atmosfere occidentali, la sua ricerca di un’arte “deculturata”, sono alla base degli esperimenti futuri. Basta pensare che la prima delle “demoiselles d’Avignon” di Picasso è, di fatto, una donna di Gauguin e che anche Matisse no erediterà molto dell’Impressionismo mentre tratterrà molta passione cromatica, certamente mutuata dall’arte di Gauguin.

 

 ***

 

Ma c'è anche chi, restando fedele all'istinto paesaggistico impressionista, comincia a trovare  nuove tecniche pittoriche che sfruttano le teorie scientifiche della percezione: comincia il fenomeno del pointillisme e del divisionismo (li vedremo entrambi successivamente più in dettaglio), un altro straordinario passo nell'arte. che apre nuove prospettive nell'indagine sulla luce che avevano iniziato i Macchiaioli e gli Impressionisti. E' il caso di Seurat e Signac, altri  due pezzi da novanta che letteralmente fanno a pezzi la visione degli impressionisti per ricomporla con coriandoli di colore. L'effetto ottico a una certa distanza è sorprendente perché l'occhio miscela i colori. Vedremo i lro capolavori nel capitolo su Pontillisme, per ora, solo un'anticipazione:


 
Georges Seurat,  Studio per Le canal de Gravelines, le soir (1890)

 

 
Georges Seurat, Le pont, Vue sur la Seine (1883)


 
Georges Seurat, Pont à Courbevoie (1887)

 

 
Georges Seurat, La Grande Jatte - Femme Assise et Debout (1883-84)

 

Georges Seurat, Temps gris à la Grande Jatte (1886-88)

Georges Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891)


 
Paul Signac, Les Andelys, la berge (1886)

Paul Signac (Parigi, 11 novembre 1863 – Parigi, 15 agosto 1935)

 

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Mi è particolarmente caro il percorso artistico di Toulouse-Lautrec, non soltanto perché i suoi risultati sono notevolissimi, ma anche perché è tra i primi grandi artisti a prestare il suo talento alla grafica e alla pubblicità, inaugurando anche la grande tradizione dei poster d'autore che costellano il Novecento. Contrariamente agli Impressionisti, Toulouse è affascinato dagli interni, e in particolare dalla vita mondana dei café chantant. Sotto questo aspetto, Toulouse è anche giustamente ritenuto uno dei grandi narratori delle atmosfere della Belle Epoque.


 
Toulouse-Lautrec,  Au Salon de la rue des Moulins (1894)


Toulouse-Lautrec,  Ritratto di van Gogh (1887)


 
Henri de Toulouse-Lautrec, Donna con i guanti (Honorine Platzer) (1890)

 

 
Henri de Toulouse-Lautrec, Moulin Rouge. La dance (1890)

 

Henri de Toulouse-Lautrec (Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa) (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901) 

 

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Ben diversa a sua volta è la strada intrapresa da Rousseau


 
Henri Rousseau, La domatrice di serpenti (1907)



 
Henri Rousseau, Sera di Carnevale (1886)


Henri Rousseau, Il sogno (1910)
 

Henri Rousseau o Rousseau il Doganiere (Henri Julien Félix Rousseau) (Laval, 21 maggio 1844 – Parigi, 2 settembre 1910)

Disconosciuto per lungo tempo dalla critica, Rousseau ha ben poco a che fare con gli impressionisti. Lui è un genio a parte, si potrebbe quasi dire l''iniziatore di un'avanguardia. E' un militare, lascia l'esercito e nel 1871 diventa gabelliere del dazio di Parigi, attività che caratterizzerà la sua identità nel mondo artistico con il soprannome di Rousseau il Doganiere.. Nel 1893 si chiarisce il desiderio di divenire un pittore, ma non ha molto successo.
La sua portata è grande perché all'apparenza è ingenuo e incolto, mentre invece è un protagonista dei fermenti innovativi della sua epoca. La sua visione da sogno e da favola, l'atmosfera da mitologia popolare delle sue giungle vengono letti come un tentativo di ritorno alle origini e di liberazione dell'inconscio e di espressione onirica del mondo interiore. I primi convinti riconoscimenti gli vengono da Guillaume Apollinaire, Odilon Redon, Paul Gauguin, Robert Delaunay, Georges Braque e Pablo Picasso. Perennemente in difficoltà economiche, viene arrestato e condannato a due anni di carcere per una truffa; scarcerato, si rimette con impegno a dipingere. Sarà preso ad esempio dai simbolisti, rivalutato, apprezzato anche da Kandinskji ma oppresso dai debiti fino alla morte.

 

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Impressionismi latini

 

Mentre in Francia si cercano nuove strade, in Spagna e in Italia l'onda impressionista si incardina su tradizioni precedenti, e in particolare sugli obbiettivi veristi del realismo. In ogni caso il propagarsi dell'impressionismo in Europa, per la presenza di una precedente tradizione artistica, produce strade personalissime e straordinarie, come per esempio quella dello spagnolo Joaquín Sorolla; In Italia già da tempo i Macchiaioli hanno testimoniato da protagonisti la visione italiana dell'arte del periodo; gli impressionisti italiani (almeno i più famosi) gravitano fortemente nell'area francese e ne assumono i tratti, spesso con risultati notevoli ma non particolarmente "personali", se si escludono le autorevoli opere di Boldini, Zandomeneghi e pochi altri, e le celebri donne di De Nittis (che però è molto interessante anche per altre cose). Ecco una piccola galleria del cosiddetto "Impressionismo spagnolo" nel quale, come ho detto, trionfa il grandissimo Sorolla, veramente un re della luce:

 

 
Joaquín Sorolla, La barchetta (1908)
 
 
 
Joaquín Sorolla, Camminando sulla spiaggia (1909)
 
 
Joaquín Sorolla, Giardino di casa Sorolla (1920)
 
 


Joaquín Sorolla, Elena tra le rose (1907)
 
 

Joaquín Sorolla, Saltando a la comba, La-Granja (1907)
 
 

Joaquín Sorolla, Correndo sulla spiaggia, Valencia (1908)
 
 

Joaquín Sorolla, Mia moglie e le mie figlie in giardino (1910)
 
 

Joaquín Sorolla, María mirando los peces (1907)
 
 

Joaquín Sorolla, El ciego de Toledo (1906)
 
 

Joaquín Sorolla, Saliendo del baño (1915)
 
 

Joaquín Sorolla, Cosiendo la vela (1896)
 
 

Joaquín Sorolla, Ayamonte. La pesca del atún (1919)
 

Guillermo Gomez Gil, Crepuscolo sulla costa di Malaga (1918)


Darío de Regoyos, El pino de Béjar, (1900)


Dario de Regoyos, Sant Feliu de Torelló (1912)

Dario de Regoyos, Piazza di Bilbao

Dario de Regoyos, Mandorli in fiore (1905)


 
Antonio Munoz,  La baia di Palma de Mallorca (1905-1910)
 
 

Alcuni tra i principali impressionisti in Spagna:
Joaquín Sorolla y Bastida (Valencia, 27 febbraio 1863 – Cercedilla, 10 agosto 1923)
E' uno dei più grandi narratori della luce, fra i rinnovatori della pittura spagnola in chiave impressionista, e anche tra i più prolifici con più di 2.200 opere.


Dario de Regoyos (Ribadesella, 1º novembre 1857 – Barcellona, 29 ottobre 1913)
Antonio Muñoz Degrain (Valencia, 18 de noviembre de 1840 – Málaga, 12 de octubre de 1924)
Guillermo Gómez Gil (Málaga, 1862-Cádiz, 6 de enero de 1942) (Costumbrismo)


Ed ora una piccola selezione dell'impressionismo Italiano (dove spesso dominano soggetti francesi):

 

 
Federico Zandomeneghi, Place d'Anvers (1880)
 
 
 
Federico Zandomeneghi, Moulin de la Galette (1855)


Federico Zandomeneghi (Venezia, 2 giugno 1841 – Parigi, 31 dicembre 1917) 

 

 

Tranquillo Cremona, Melodie (1878)


 
Tranquillo Cremona, L'edera (1878)


Giuseppe De Nittis, Diligenza nel tempo di pioggia (1867)


Giuseppe De Nittis, Buckingham Palace (1875)


Giovanni Boldini, La passeggiata nel parco (1884)


Giovanni Boldini, Conversazione al caffè (1879)


Giuseppe De Nittis, Nel grano (1873)


Giovanni Boldini, Ballerina in mauve (1895)


Giovanni Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931)   
Giuseppe Gaetano De Nittis (Barletta, 25 febbraio 1846 – Saint-Germain-en-Laye, 21 agosto 1884)
Tranquillo Cremona (Pavia, 10 aprile 1837 – Milano, 10 giugno 1878) 
 
Per chi volesse saperne di più, ecco un po' di nomi sull'impressionismo italiano:
Francesco Filippini (Brescia, 18 settembre 1853 – Milano, 6 marzo 1895) 
Emilio Gola (Milano, 22 febbraio 1851 – Milano, 21 dicembre 1923)  
Arturo Tosi (Busto Arsizio, 25 luglio 1871 – Milano, 3 gennaio 1956)  
Armando Spadini (Firenze, 29 luglio 1883 – Roma, 31 marzo 1925)  
Galileo Cattabriga (Bondeno, 12 marzo 1901 – Bondeno, 11 novembre 1969)  
Federico Faruffini (Sesto San Giovanni, 12 agosto 1833 – Perugia, 15 dicembre 1869)
Antonio Mancini (Roma, 14 novembre 1852 – Roma, 28 dicembre 1930) 
Francesco Mancini (Napoli, 19 gennaio 1830 – Napoli, 24 luglio 1905)  
Pasquale Massacra (Pavia, 23 febbraio 1819 – Pavia, 16 marzo 1849)  
Francesco Saverio Netti (Santeramo in Colle, 24 dicembre 1832 – Santeramo in Colle, 28 agosto 1894)



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