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giovedì 11 febbraio 2021

Da Düsseldorf a Roma per arrivare a Nazareth

In questi anni, un luogo veramente interessante è la citta di Düsseldorf con la sua celebre Accademia di pittura, scultura e architettura dell'Elettorato Palatino (vedremo successivamente la portata di questo istituto).  Sull'onda del Romanticismo, qui si sviluppa una corrente di persone votate all'onestà intellettuale, alla solidarietà, alla vita frugale, secondo i dettami evangelici. Per quessti artisti, quei dettami si traducono in uno stile di vita: si sceglie un'esistenza semplice, ci si fanno crescere barba e capelli come Gesù di Nazareth, si tolgono le calzature normali e si indossano sandali, si crea una specie di "comune" per condividere le esperienze in uno spazio collettivo (magari occupando un palazzo disabitato)... mi ricorda qualcosa di assai recente. Comunque la si voglia vedere, anche questo è un modo di essere romantici. Uno speciale spazio nel periodo romantico (molta critica non è d'accordo) occupa la corrente dei Nazareni, un gruppo di pittori tedeschi provenienti quasi tutti dalla celebre e summenzionata Accademia. Si tratta di pittori che si trasferiscono a Roma all'inizio del XIX secolo e che si oppongono al classicismo accademico, intraprendendo una attenta analisi della pittura quattrocentesca in Italia, di cui decidono di riprendere i tratti distintivi.
La loro pittura, quasi sempre a carattere religioso (o che si riferisce comunque a temi storici o biblici) assume un carattere arcaicizzante, espresso con figure precise e lineari, rese ben nitide da un uso uniforme del colore. Dicevo che una parte dei critici hanno relegato i Nazareni in una pittura manierata, di genere, un po' "da scatola di cioccolatini". Invece io penso che nei Nazareni ci sia un bell'incontro tra il sentimentalismo romano e il rigore dei germanici, sviluppando una pittura precisa, responsabile, onesta, che non riesce certo a rievocare la sobria fastosità del Quattrocento a cui si ispira, ma sviluppa un'idea di cristianesimo etico, responsabile, sincero. E forse, nonostante la dedizione religiosa degli artisti, perfino "laico". Dal punto di vista pittorico, lo stile dei Nazareni è di fatto una ricomposizione formale, quasi filologica, dei dipinti gloriosi del Quattrocento italiano (Beato Angelico, Filippo Lippi, Luca Signorelli, Perugino, e soprattutto il primo Raffaello). Alcuni artisti del gruppo si rifanno anche a Dürer e all'antica pittura tedesca. In pratica, anche qui vogliono recuperare purezza, togliere "sovrastrutture", tornare indietro per risalire all'origine immortale della coscienza dove, per i romantici Nazareni, convivono i miti arcaici, gli insegnamenti cristiani, gli eventi storici e la dimensione simbolica. Quel luogo, in pratica, penso sia l'anima, che sembra effettivamente presente, anche se non esplicitata, in molti dei loro dipinti.
Ecco in sintesi il loro spostamento verso l'Italia: nel 1810 quattro di loro, Johann Friedrich Overbeck, Franz Pforr, Ludwig Vogel e Johann Konrad Hottinger si trasferiscono a Roma, dove occupano il monastero abbandonato di San Isidoro. A loro si uniscono Philipp Veit, Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Friedrich Wilhelm Schadow e un gruppo sciolto di altri artisti di lingua tedesca. Si incontrano con l'artista paesaggista romantico austriaco Joseph Anton Koch (1768–1839) che diventa una specie di coordinatore e promotore non ufficiale del gruppo. Nel 1827 vengono raggiunti da Joseph von Führich (1800-1876).

 

 
Carl Joseph Begas, Wilhelmine Begas (1828)

 

 

 
Carl Philipp Fohr, Cascatelle di Tivoli (1818)


 
Friedrich Wilhelm von Schadow, Bambini con un coniglio (1830 ?)


 
Friedrich Overbeck, Italia e Germania (1828) 
 
Mi provoca sempre un certo buonumore guardare questo dipinto Overbeck, che ha avuto anche una certa notorietà (attualmente è alla Neue Pinakothek di Monaco) e che mostra questa bella amicizia tra Italia e Germania, secoli prima che quell'amicizia diventasse equivoca. Il quadro confronta due ideali di classicità femminile, ma forse anche due modi di affrontare la vita. Nella composizione l'Italia è pensierosa, forse anche un po' sofferente e sembra confortata dalla solerte amica Germania. Visto oggi fa sorridere, ma a me fa anche tanto riflettere... Forse sono partecipi di una analoga consapevolezza ma sembra che tra le due amiche si evidenzi una sostanziale differenza: da una parte l'etica cattolica, romana e mediterranea (la colpa); dall'altra l'etica "protestante", teutonica e nordica (la responsabilità).
Inoltre sembra abbastanza evidente che l'Italia sta rimuginando sul passato, mentre la biondina (che anticipa un po' i modelli preraffaelliti), sembra guardare lontano, quasi certamente al futuro (ma nello stesso tempo vorrebbe anche lei essere stata presente ai tempi della Mona Lisa e condividere quell'illustre passato, magari finendo in un quadro)


 
Joseph von Führich, Giacobbe incontra Rachele (1836)


 
Julius Schnorr von Carolsfeld, Fuga in Egitto


Leopold Kupelwieser, Il viaggio dei tre re (1825)
 
 
Peter von Cornelius,  Le tre Marie al Sepolcro (1813)
 

Peter von Cornelius, Giuseppe si rivela ai suoi fratelli (1816-1817)

Per chi volesse approfondire l'area artistica di cui abbiamo visto qualche esempio, ecco alcuni protagonisti, (non tutti rigorosamente "nazareni")

Peter von Cornelius  (Düsseldorf, 23 settembre 1783 – Berlino, 6 marzo 1867) 
Carl Philipp Fohr (Heidelberg, 26 novembre 1795 – Roma, 29 giugno 1818) 
Josef Führich  (Chrastava, 9 febbraio 1800 – Vienna, 13 marzo 1876)
Johann Friedrich Overbeck (Lubecca, 3 luglio 1789 – Roma, 12 novembre 1869) è 
Franz Pforr  (Francoforte sul Meno, 5 aprile 1788 – Albano Laziale, 16 giugno 1812)
Ludwig Vogel  (10 July 1788, Zürich - 21 August 1879, Zürich)
Friedrich Wilhelm von Schadow  (Berlino, 7 settembre 1789 – Düsseldorf, 19 marzo 1862)
Julius Schnorr von Carolsfeld (Lipsia, 26 marzo 1794 – Dresda, 24 maggio 1872)
Eduard Jakob von Steinle  (Vienna, 2 luglio 1810 – Francoforte sul Meno, 19 settembre 1886)
Philipp Veit  (Berlino, 13 febbraio 1793 – Magonza, 18 dicembre 1877)
Johannes Veit (Jonas Veit) (2 March 1790, in Berlin – 18 January 1854, in Rome)
Ludwig Vogel (10 July 1788, Zürich - 21 August 1879, Zürich)
Eugene von Guerard  (Vienna, 17 November 1811 – Chelsea, 17 April 1901)
Carl Joseph Begas  (Heinsberg, 30 settembre 1794 – Berlino, 24 novembre 1854)
Karl von Blaas  italianizzato in Carlo De Blaas (Nauders, 28 aprile 1815 – Vienna, 19 marzo 1894)
Franz Ludwig Catel  (Berlino, 22 febbraio 1778 – Roma, 19 dicembre 1856)
Ernst Deger (Bockenem, 15 aprile 1809 – Düsseldorf, 27 gennaio 1885)
Carl Philipp Fohr  (Heidelberg, 26 novembre 1795 – Roma, 29 giugno 1818)



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