Certamente ciò di cui parliamo adesso non ha la stessa portata storica di altri capitoli come quelli che verranno, sul Realismo, sull'Impressionismo o altri transatlantici. Ma siccome ci tengo a sottolineare che questo non è un blog per addetti ai lavori, (è solo una proiezione di diapositive di vari viaggi e viaggetti, seguendo la storia), ecco questo viaggetto in una dimensione piccolo-borghese; In Nord Europa ormai non c'è più solo l'alta borghesia dei saloni e dei castelli, c'è anche la borghesia in ascesa. Artigiani, commercianti, funzionari, cominciano la loro scalata sociale. I loro gusti non sono "colti" e classici come quelli dell'ata borghesia, si riferiscono piuttosto ad un benessere che conserva ancora tanto della vita rurale, delle tradizioni popolari, dei nuovi spazi abitativi in cui vivono nuove famigliole assurte al benessere di recente. Credo che le origini del cosiddetto Biedermeier siano qui. Storicamente, si tratta di un movimento artistico e ornamentale, spesso deriso o svalutato criticamente, che si sviluppa tra il 1815 ed il 1848. Amato dalla borghesia tedesca e austriaca, viene spesso definito di genere "romantico", ma in senso deteriore.
Ma noi, in questa nostra disamina, non disprezziamo ciò che viene approvato a livello "popolare", e cioè teniamo in considerazione non soltanto ciò che è esaltato dalla critica, ma anche ciò che piace alla gente. E ci incuriosisce questo stile, usato prevalentemente per definire il gusto piccolo borghese, apolitico e conservatore, interessato solo alla vita familiare. Il termine è formato dal termine "Bieder" cioè semplice, o peggio ancora "sempliciotto" ma che significa anche "onesto" a cui si abbina uno dei cognomi tedeschi più diffusi: Meier.
Lo stile, prevalentemente concentrato su arredi, mobili e decorazioni, nasce come contrapposizione allo Stile Impero, nel periodo immediatamente successivo al Congresso di Vienna. Esprime una certa voglia di normalità e di recupero tradizionale, infatti viene spesso definito "stile della Restaurazione". Biedermeier vuole valorizzare la sobrietà e l'armonia, vuole dimenticare i fatti tumultuosi della Rivoluzione francese e del successivo impero napoleonico recuperandone i motivi stilistici ma spogliandoli di decori, orpelli ed eccessi. Un celebre esempio sono le sedie di Thonet. Lo stile Biedermeier ha anche manifestazioni nella pittura, dove si preferiscono scene di vita semplice, interni familiari spesso di famiglie borghesi. La pittura Biedermeier contiene spesso anche una certa dose di ironia (bambini sculacciati, scene buffe, cameriere che spiano dalle serrature, aspirazioni borghesi all’elevazione sociale). Questo genere di narrativa che a volte sfiora il "vignettismo" è però il simbolo di una nuova classe sociale, ottimista, per bene e che ama prendere la vita anche con qualche sorriso. Nonostante quindi, come dicevo, un certo atteggiamento sussiegoso per questa specie di kitsh ante litteram, scopriamo che anche il Biedermeier ci riserva alcune perle. (come al solito, questo è un piccolo assaggio)
Ferdinand Georg Waldmüller (Vienna, 15 gennaio 1793 – Hinterbrühl, 23 agosto 1865)
Peter Fendi (Vienna, 4 settembre 1796 – Vienna, 28 agosto 1842)
Joseph Danhauser Ulrich (Vienna, 19 agosto 1805 – Vienna, 4 maggio 1845)
Carl (o Karl) Spitzweg (Unterpfaffenhofen, 5 febbraio 1808 – Monaco di Baviera, 23 settembre 1885)
Nessun commento:
Posta un commento