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mercoledì 17 febbraio 2021

Estetismi di fine secolo

 Mi perdoneranno i più esperti se in questo capitolo mescolo un po’ le carte e raggruppo autori che hanno poco a che fare l’uno con l’altro. D’altra parte il pensiero estetizzante è come un ruscello che lambisce l’arte in vari ambiti. L’estetismo è un movimento artistico ma soprattutto letterario della seconda metà dell’Ottocento ed è in un certo senso una particolare tendenza del decadentismo (ne abbiamo già parlato nel capitolo precedente sui Preraffaelliti e ne riparleremo quando parleremo di Simbolismo) e del tardo romanticismo. Il pensiero estetizzante si afferma a partire da Walter Horatio Pater (1839 – 1894),  critico letterario inglese, riconosciuto come uno dei fondatori del movimento estetico e Joris-Karl Huysmans, (1848 – 1907), scrittore francese, ritenuto con Baudelaire e Gautier il precursore dell'estetismo europeo. L'uscita nel 1884 del suo romanzo À rebours (Controcorrente),  sconvolge e cambia le prospettive di una generazione di scrittori, da Oscar Wilde a Gabriele D'Annunzio, ritenuti anch'essi portatori del pensiero decadentista. In Inghilterra gli “esteti” sono Swinburne, i preraffaelliti e Wilde, mentre in Francia il parnassiano Gautier, Baudelaire, Verlaine e Apollinaire si allontanano sempre più dal contenuto estetizzante restando vicini a una forma più assoluta di decadentismo e a quello spleen di cui parla Baudelaire (dalla Treccani online: Spleen: Stato d’animo caratterizzato da malinconia, insoddisfazione, noia e fastidio di tutto senza una ragione precisa che lo provochi, proprio di molti scrittori romantici e decadenti, spec. inglesi e francesi).

In pittura non si può parlare espressamente di un movimento definito “estetismo” ed in genere i pittori che ho arbitrariamente inclusi in questa sezione si auto-definivano pre-raffaelliti, ma non sempre questa appartenenza è stata riconosciuta dalla critica. Si tratta in genere di artisti che hanno avuto un destino critico un po’ altalenante, a volte accettati obtorto collo dalla critica a posteriori, ma sovente molto apprezzati in vita per una certa accessibilità della loro arte, che ricerca con abilità tecniche effetti sorprendenti. Probabilmente la mia scelta di mettere insieme questi quattro maestri non è condivisibile dalla storia dell’arte ufficiale, ma mi è servita a collocare pittori vicini al pre-raffaellitismo ma non perfettamente aderenti ad esso. Devo dire che negli ultimi anni la grandezza di pittori come Grimshaw o Tissot (al quale il Museo d'Orsay ha dedicato una grande retrospettiva nel 2020 che non ho potuto vedere causa covid) è stata ampiamente riconosciuta. Personalmente, pur non disconoscendo una componente manieristica e un certo compiacimento estetico nel ripetere moduli narrativi “che funzionano bene sul pubblico”, non ho nessuna difficoltà ad includere questi signori nell’Olimpo dei Grandi Maestri. 

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Frederic Leighton,  Flaming June (1895)
Straordinaria idea compositiva dove una gigantesca macchia arancione diventa il corpo di una giovane donna con tutta la sua sensuale anatomia e con tutta la prospettiva necessaria a darci il senso del corpo in abbandono nel sonno. Capolavoro!


Frederic Leighton, Biondina (1879)


 
Frederic Leighton, Idyll (1881)

 

Frederic Leighton, Cymon and Iphigenia (1884)

Sir Frederic Leighton, I barone di Leighton (Scarborough, 3 dicembre 1830 – Londra, 25 gennaio 1896), scultore e pittore britannico, viene spesso definito preraffaellita. Lascio al vostro giudizio trovare le differenze e le somiglianze.

 
 
 
Lawrence Alma-Tadema, Un oleandro (1882)
 
 
Lawrence Alma-Tadema, Una differenza d'opinioni (1896)
 
 
Lawrence Alma-Tadema, Giuseppe e i granai del faraone (1874)
 
 
Lawrence Alma-Tadema, I bagni di Caracalla (1899)
 
 
Lawrence Alma-Tadema, La donna di Anfissa (1887)
 

Sir Lawrence Alma-Tadema, (Lourens Alma Tadema)  (Dronrijp, 8 gennaio 1836 – Wiesbaden, 25 giugno 1912), è un olandese, ha studiato in Belgio alla Koninklijke Academie voor Schone Kunsten van Antwerpen ma da 1870 vive in Inghilterra dove diventa celebre per la maestria nel riprendere i temi dell'antichità classica, nei quali raffigura il lusso e la decadenza dell'Impero Romano. Sebbene ammirato in vita per la sua abilità, il suo lavoro non ha avuto un destino critico sempre consenziente, e solo a partire dagli anni '60 è stato riscoperto.
 
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James Tissot, Nascondino (1877)
 
 
James Tissot, Tempesta passeggera (1876)
 
 
James Tissot, Il figliuol prodigo (1882)




Jacques-Joseph Tissot, detto James (Nantes, 15 ottobre 1836 – Chenecey-Buillon, 8 agosto 1902)
, è francese, di Nantes, studia alla Scuola delle Belle Arti di Parigi, dove impara da Jean-Auguste-Dominique Ingres. Diventa celebre rappresentando ambienti e personaggi della Parigi mondana con particolare attenzione al fascino femminile.
Il suo stile si avvicina a quello di Henri Fantin-Latour, ma vedremo anche tra breve i suoi collegamenti con gli Impressionisti. Io lo trovo fenomenale, vi consiglio di cercare altri suoi lavori nel web:
 
 
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John Atkinson Grimshaw, Stapleton Park near Pontefract (1877)
 

John Atkinson Grimshaw, Park Row, Leeds (1882)
 

John Atkinson Grimshaw, Yew Court, Scalby (1870)
 
 
John Atkinson Grimshaw, Moonlight
 
 
John Atkinson Grimshaw, Whitby at night
 
 
John Atkinson Grimshaw, Snow and mist
 
 
John Atkinson Grimshaw, Southwark Bridge from Blackfriars (1882)
 

John Atkinson Grimshaw, Lovers in the wood (1873)
 
 
 John Atkinson Grimshaw (Leeds, 1836 - Leeds 13 ottobre 1893)
Grimshaw è un pittore dell'epoca vittoriana ma anche lui non troppo amante dell'accademia. E' fedele ai dettami realistici degli artisti preraffaelliti, si specializza in scorci urbani e vedute di grande effetto. Spesso viene anche lui annoverato tra i pittori preraffaelliti, ma non ci vedo grandi somiglianze se non nell'atteggiamento, che è estetizzante e decadente. A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, John Atkinson Grimshaw lavora infatti sotto l’influenza di James Tissot e del Movimento Estetico, ma arriva ad avere una sua identità, molto precisa e riconoscibile. Ancora oggi una certa critica trova in
Grimshaw un certo manierismo, un eccessivo sviluppo delle stesse tematiche e un certo autocompiacimento un po "da cartolina". Ma se si osserva accuratamente l'opera di questo abile inglese, si scopre che è anche un maestro della sintesi, che usa il colore con grandissima efficacia per evocare situazioni nelle quali per lo spettatore è facile immergersi.
 
 
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Frank Bernard Dicksee, Romeo and Juliet (1884)
 
 

Frank Bernard Dicksee, The two crowns (1900)
 
Frank Bernard Dicksee, The two crowns (particolare)
 
 
Sir Frank Bernard Dicksee,  (Londra, 27 novembre 1853 – Londra, 17 ottobre 1928) 
Volendolo etichettare, sta tra il preraffaelita e il romantico. Nasce in una famiglia di artisti, si dedica a soggetti a carattere storico e mitologico. Sebbene non faccia parte della Confraternita dei Preraffaelliti, molti suoi lavori sono considerati come opere preraffaellite. Nel 1870 ottiene i primi successi nazionali; nel 1891 entra come membro della Royal Academy e nel 1924 ne diventa Presidente. La sua celebrità è tale che ne 1925 viene fatto baronetto e ammesso nell'Ordine Reale Vittoriano.
 

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