La Germania alla fine del Settecento è un polo culturale pieno di vitalità. La città di Düsseldorf in seguito alle guerre napoleoniche conosce un periodo di povertà dal quale si riprende verso la metà del XIX secolo, grazie alla rinascita economica della rivoluzione industriale. A Düsseldorf, che già in tempi di crisi alimentava una tradizione accademica, nasce una serie di capolavori che ha il momento di massimo fulgore tra il 1830 e il 1850. L’Accademia di pittura, scultura e architettura dell'Elettorato Palatino di Düsseldorf viene fondata nel 1767 o forse nel 1773. Ma durante il rettorato di Friedrich Wilhelm von Schadow (lo abbiamo già incontrato tra i Nazareni), che la dirige dal 1826 al 1859, questa scuola assume una celebrità internazionale e raccoglie studenti provenienti da molte parti d’Europa e perfino dall’America.
Friedrich Wilhelm von Schadow, Ritratto di donna italiana (1831)
In questi anni il numero di studenti stranieri stranieri a Düsseldorf è altissima, L’accademia è in pratica quasi una tappa obbligata per gli aspiranti artisti, anche americani. A Düsseldorf studiano alcuni grandi autori del Romanticismo americano come Bingham, Bierstadt e Whittredge che hanno poi portato in patria i dettami dell’Accademia.
Lo stile impresso all’Accademia da von Schadow, fatto di linee precise, nitide, attenzione al dettaglio, reso con pennellate precise e con meno “insistenza” sulla stesura del colore, comincia a delineare un nuovo modo di dipingere che segnerà gli anni successivi.
Nello specifico, la cosiddetta Scuola di Düsseldorf o Scuola di pittura di Düsseldorf definisce un movimento artistico costituito da quei pittori che hanno insegnato o studiato all'Accademia di Düsseldorf sotto la guida di von Schadow. L'identificazione del movimento si estenderà nell'arco temporale che va dal 1819 al 1918. Anche molti dei Nazareni (vedi capitoli precedenti) provengono proprio da questo movimento.
Lo stile della scuola di Düsseldorf si fonda sul linearismo e riprende le tecniche di disegno dei neoclassici, ma con il colore più materico e la pennellata più veloce che caratterizza la pittura romantica. C’è grande attenzione al disegno e sull’organizzazione complessiva della composizione dei dipinti, spesso costruiti su temi religiosi o immagini classico-mitologiche, o su paesaggi suggestivi e scene naturali di forte spettacolarità. Dalla scuola di D. escono molti nomi famosi, come quello di Arnold Böcklin che porterà alcuni temi a "estreme conseguenze"pittoriche, che vedremo prossimamente, quando parleremo dei tanti aspetti che il Simbolismo assumerà verso il finire del XIX secolo e i primi anni del Novecento.
Il paesaggio, la situazione (persone comprese), la gente negli interni, la "veduta", diventano il soggetto principale dei dipinti. Si inaugura quasi "un'era" del paesaggio, che si avvia a non essere più idealizzato, ma corrispondente alla percezione dell'artista. Inizia una lunga strada che passerà da Barbizon al Realismo, ai vari "estetismi" che caratterizzeranno la fine dell'Ottocento per arrivare alle meravigliose sintesi del divisionismo, dei Macchiaioli e degli Impressionisti. Senza dimenticarci dei lati meno celebrati di questo passaggio, come quello dei Peredvižniki, non sempre noti al grande pubblico eppure favolosi interpreti di visioni capaci di mostrare lo straordinario sguardo del pittore di paesaggio. Spero di avere stimolato un po' di curiosità per i capitoli successivi.
Max Clarenbach, Inverno sull'Erft (1912)
Max Clarenbach, Veduta di Neuss in inverno
Max Clarenbach, Pesco fiorito (1929)
Leopold Carl Mueller, Piazza Rumela con la Moschea del Sultano Hassan, Cairo (1880)
Leopold Carl Mueller, Cammelli che riposano in un'oasi (1874)
Non a caso fu chiamato "L'Orientale": Dal 1873 Mueller (Müller) soggiorna spesso in Egitto. Nel 1886, per otto mesi, intraprende diversi viaggi nel mondo arabo. Preso dai colori e dalla magia, l'alterità dell'Oriente, Mueller rappresenta la vita pubblica, ma anche studi di paesaggi e vedute di città piene di luce, dove lavora sulle sue impressioni. La sua pennellata è modernissima e per certi versi mi ricorda i nostri Macchiaioli.
Johann Wilhelm Schirmer, Campagna romana (1840)
Johann Peter Hasenclever, Sala di lettura (1843)
Gregor von Bochmann, L'antica Aigrette (1880)
Friedrich Lessing, Paesaggio della Slesia (1841)
Friedrich Lessing, Paesaggio (1862)
Friedrich Lessing, Paesaggio delle cime Eifel (1834)
Frenz Alexander, Paesaggio arcadico con suonatrice di lira (1904).
Non so voi, ma io nel fantastico quadro soprastante vedo già Matisse e i Fauves, l'Art Nouveau, un po' di metafisica ... e perfino i Nabis... Anche i colori sono particolari, sanno già di Novecento, vero?
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Eugen Gustav Dücker, Pesca notturna (1898) (?)
Eugen Gustav Dücker - Barche da pesca sulla riva (1874)
Quello che poi diventerà uno stereotipo pittorico (barche sulla riva di centinaia di pittori professionisti ed amatori, replicate anche dai mestieranti dell'artigianato che fino al 1980 vendevano nelle fiere dei dipinti realizzati in serie e a temi fissi (le barche, il mare in trasparenza, la cacciagione, il pagliaccio triste) . Bene, al di là del dipinto in oggetto, che è un vero capolavoro, a Dückerva anche il merito (o la colpa) di avere creato una serie di situazioni "classiche" divenute poi stereotipi per i dilettanti.
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Eduard Bendemann, Gli ebrei in esilio (1832)
Benjamin Vautier, Scena di neve (i bambini che escono da scuola)
Anselm Feuerbach, Paolo e Francesca
Andreas Achenbach, Chiarore sulla costa della Sicilia (1847)
Andreas Muller, La quiete della mente (1839)
Adolph Schroedter Munchhausen, Poesia e verità (1847)
Oswald Achenbach, Fuochi d’artificio a Napoli (Santa Lucia, Monte Echia e Castel dell’Ovo) (1875)
Un po' di nomi per curiosare le varie direzioni che ha preso la celebre Scuola:
Andreas Müller (Kassel, 19 febbraio 1811 – Düsseldorf, 29 marzo 1890)
Karl Müller (Darmstadt, 29 ottobre 1818 – Bad Neuenahr-Ahrweiler, 15 agosto 1893)
Franz Ittenbach (Königswinter, 18 aprile 1813 – Düsseldorf, 1º dicembre 1879)
Ernst Deger (Bockenem, 15 aprile 1809 – Düsseldorf, 27 gennaio 1885)
Andreas Achenbach (Kassel, 29 settembre 1815 – Düsseldorf, 1º aprile 1910)
Oswald Achenbach (Düsseldorf, 2 febbraio 1827 – Düsseldorf, 1º febbraio 1905)
Eduard Bendemann (Berlino, 3 dicembre 1811 – Düsseldorf, 27 dicembre 1889)
Heinrich Franz Carl Billotte (Aquisgrana, 28 gennaio 1801 – 25 aprile 1892)
Gregor von Bochmann (1º giugno 1850 – Düsseldorf, 12 febbraio 1930)
Arnold Böcklin (Basilea, 16 ottobre 1827 – San Domenico di Fiesole, 16 gennaio 1901)
Ernst Bosch (Krefeld, 23 marzo 1834 – Düsseldorf, 22 marzo 1917)
Julius Bretz (Wiesbaden, 26 gennaio 1870 – Bad Honnef, 26 dicembre 1953)
Max Clarenbach (Neuss, 19 maggio 1880 – Wittlaer, 9 luglio 1952)
Peter von Cornelius (Düsseldorf, 23 settembre 1783 – Berlino, 6 marzo 1867)
Georg Wilhelm Degode (Oldenburg, 6 febbraio 1862 – Düsseldorf-Kaiserswerth, 26 novembre 1931)
August Deusser (Colonia, 15 febbraio 1870 – Costanza, 28 ottobre 1942)
Eugen Dücker (Kuressaare, 29 gennaio 1841 – Düsseldorf, 6 dicembre 1916)
Anselm Feuerbach (Spira, 12 settembre 1829 – Venezia, 4 gennaio 1880)
Alexander Frenz (Rheydt, 13 ottobre 1861 – Düsseldorf, 1941)
Eduard von Gebhardt (Järva-Jaani, 13 giugno 1838 – Düsseldorf, 3 febbraio 1925)
Johann Peter Hasenclever (Remscheid, 1810 – Düsseldorf, 1853)
Julius Hübner (Oels, 27 gennaio 1806 – Loschwitz, 7 novembre 1882)
Carl Friedrich Lessing (Breslavia, 15 febbraio 1808 – Karlsruhe, 4 gennaio 1880)
Emanuel Leutze (Schwäbisch Gmünd, 24 maggio 1816 – Washington, 18 luglio 1868)
Friedrich Wilhelm von Schadow (Berlino, 7 settembre 1789 – Düsseldorf, 19 marzo 1862)
Adolph Schroedter (Schwedt/Oder, 28 giugno 1805 – Karlsruhe, 9 dicembre 1875)
Karl Ferdinand Sohn (Berlino, 10 dicembre 1805 – Colonia, 25 novembre 1867)
Benjamin Vautier (Morges, 27 aprile 1829 – Düsseldorf, 25 aprile 1898)
Si dice in genere che la Scuola di D. abbia come ultimo rappresentante l'eccellente
Victor Westerholm (Turku, 4 gennaio 1860 – Turku, 19 novembre 1919), efficacissimo poeta delle atmosfere nordiche, da cui proviene. Mi piace moltissimo la sua sensibilità cromatica, che riesce a calibrare perfettamente, tanto che il colore da solo costruisce tutto ciò che è necessario.
Victor Westerholm, Sole d'inverno (1909)
Victor Westerholm, Luce della sera (1909)
Victor Westerholm, Jokimaisema (1902)
*Appendice: Americani a Düsseldorf
Come abbiamo detto, a Düsseldorf accorrevano aspiranti artisti da tutto il mondo occidentale. Gli americani cominciarono a varcare l'oceano per apprendere l'arte accademica in Europa e prima ancora di Parigi, il polo d'attrazione era Düsseldorf . Naturalmente, una volta che il romanticismo o le sue propaggini venivano esportate negli Stati Uniti, si produceva una sua variante leggermente successiva all'epicentro europeo. Come spero scopriremo, molte correnti europee hanno avuto un'eco americana, e spesso con risultati notevoli e riletture interessanti. Tra i maestri americani che frequentarono l'Accademia di Düsseldorf :
George Caleb Bingham (Virginia, 20 marzo 1811 – Kansas City, 7 luglio 1879)
Albert Bierstadt (Solingen, 7 gennaio 1830 – New York, 18 febbraio 1902)
Worthington Whittredge (Springfield, 22 maggio 1820 – Summit, 25 febbraio 1910)
Albert Bierstadt, The Rocky Mountains, Lander's Peak (1874)
Albert Bierstadt, After the Shower
Albert Bierstadt, On the Saco River (1886)
Albert Bierstadt, A Storm in the Rocky Mountains
Albert Bierstadt, Yosemite Valley (1863)
George Caleb Bingham, Washington Crossing the Delaware (1856)
George Caleb Bingham, Jolly Flatboatmen in Port
Worthington Whittredge, Kauterskill Falls (1864-1865)
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