Mentre il bacino del Mediterraneo continua ad essere la culla della civiltà e dell’arte, un altro luogo in Europa sta per dare vita ad una tradizione artistica di colossale rilevanza: l’area delle Fiandre e del popolo fiammingo. Il none "fiammingo", comincia ad affermarsi insieme al nome regionale di Fiandra (Flandria, Flandra). Si incontra, a cominciare già dai secoli VIII e IX, in forme variabili: Flandri, Flandrenses, Flamingi, Flamingos.
Anticamente, l’Olanda era una terra paludosa, abitata da popoli celtici e germanici, ma anche quando fu raggiunta dai Romani non ebbe un grande sviluppo e fu considerata un paese marginale. Nonostante questo, si avviò in questo periodo a diventare una “terra strappata al mare” attraverso dighe, canali e bonifiche, opere realizzate proprio grazie alla tecnologia romana.
Successivamente i Paesi Bassi furono soggetti ai Franchi e poi ci fu la conversione al Cristianesimo, avvenuta con un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei (all’epoca di Carlo Magno, e quindi intorno all’800). Nel periodo successivo arrivarono i Vichinghi, i Normanni e i Danesi. Intorno al Mille si ripresero le opere di bonifica che erano state sospese con la caduta dell’Impero Romano. La svolta importante è nel Duecento, nelle Fiandre, con l’autonomia delle città. Dopo l’Italia, l’Olanda diventa il paese più ricco e industriale d’Europa. Gand e Bruges sono importanti centri di commercio. Anversa diviene uno dei porti più importanti del Nord Europa.
In questo periodo di incipiente benessere, una volta risolti i bisogni primari di un popolo, è naturale (o almeno lo era a quei tempi) che comincino a svilupparsi la cultura e l’arte. Ecco quindi irrompere sulla scena dell’arte la fulgida luce fiamminga. La pittura fiamminga deve la propria fortuna ai suoi grandi maestri, ma anche ad una serie di innovazioni, capaci di modificare profondamente la pittura del tempo e quella successiva. Tra le genialità nordiche dobbiamo ricordare l’invenzione e l’utilizzo dei colori ad olio, più lenti nella asciugatura ma certamente più stabili nel tempo e decisamente lavorabili con più facilità, e quindi in grado di consentire una evoluzione della tecnica pittorica. I Fiamminghi sono anche i primi a pensare di dipingere sul tessuto, inaugurando il supporto che rimarrà nella storia come il più diffuso e versatile. La pittura ad olio, rispetto a quella a tempera e all’affresco usate fino ad allora, permette. con la tecnica delle velature. di realizzare diversi gradi di sfumature e un maggior cromatismo, con una varietà più ampia di colori e di toni, rendendo i dipinti brillanti e luminosi e aumentando la profondità prospettica. Vi sono poi innovazioni stilistiche come per esempio l’abbandono della frontalità delle figure (che però è già presente in alcuni dipinti romani), che assumono anche posizioni più naturali, come per esempio la posa in tre quarti, e l’introduzione della tridimensionalità e quindi l’elemento di rapporto tra soggetto e contesto che sarà una delle basi fondative di tutta l’arte figurativa a venire.
Ma l'aspetto più rilevante mi sembra il tentativo di esprimere nei ritratti il carattere e l'indole delle persone, aprendo la ricerca pittorica alle migliaia di espressioni possibili di un volto umano e alla potenza comunicativa della fisionomia.
In relazione a quest’epoca, mi limito a mostrare le opere di tre maestri, riservandomi di mostrare altre meraviglie fiamminghe successivamente, in epoca rinascimentale.
Robert Campin, Ritratto d'uomo, (1425-1430)
Robert Campin, Ritratto di un uomo grasso (1430 circa)
Robert Campin, Ritratto di donna (1435 ca)
Robert Campin (Valenciennes, 1378/1379 – Tournai, 1444)
Pare che sia lui il celebrato Maestro di Flémalle, protagonista di una ricerca figurativa più realistica ed attenta ai dettagli più minuti e precisi della vita quotidiana.
Jan van Eyck, Uomo con turbante (1433)
Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, giugno 1441)
Ai suoi tempi è un artista di fama internazionale e il suo stile, incentrato su una resa analitica della realtà, ha un larghissimo influsso. E’ anche il perfezionatore della tecnica della pittura ad olio, che gradualmente sostituisce in Europa l'uso del colore a tempera.
Rogier van der Weyden, pseudonimo di Rogier de la Pasture (Tournai, 1399 circa – Bruxelles, 18 giugno 1464),
Allievo di Robert Campin, è il pittore ufficiale della città di Bruxelles e destinatario di commissioni dei duchi di Borgogna e dei re di Castiglia. Ha rapporti con la Casa d'Este ed altri casati italiani come gli Sforza e i Medici. van der Weyden è uno dei primi pittori che usarono il supporto della tela a nord delle Alpi.
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