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sabato 30 gennaio 2021

Splendori in Europa

Sempre senza grandi pretese, diamo una rapida occhiata ad alcune meraviglie d'oltralpe in epoca rinascimentale. Il Rinascimento nel nord europeo ha aspetti più sobri e contenuti di quello nostrano. Il nord, sostanzialmente, non opera una frattura così radicale con il passato. Le dottrine religiose e intellettuali dell'Europa centro-settentrionale, al contrario dell'Umanesimo italiano, negano la supremazia dell'intelletto, ponendo piuttosto l'accento sugli aspetti trascendenti e irrazionali: ne sono esempio le prime elaborazioni di Martin Lutero e le opere di Sebastian Brandt ed Erasmo da Rotterdam. Nell'area olandese ci si mantiene più fedeli agli stilemi del grande Van Eyck (1390-1441) elaborando tuttavia un'arte meno celebrativa e più "intima", sempre più alla ricerca delle varie manifestazioni della natura umana, anche nella sua semplicità e nella sua vicinanza alla "realtà" (non necessariamente bella ed edificante). Un aspetto molto interessante dell'arte fiamminga in questo periodo si trova anche nella sua lontananza dai palazzi e dagli altari. In effetti, credo che nell'epoca borgognona i grandi fiamminghi per primi comincino ad occuparsi della "gente comune", mostrandoci un'arte assai più "democratica" di quella nostrana, dove i soggetti erano sempre nobili, santi o comunque personaggi celebri. Francia e Germania producono i primi grandi capolavori inaugurando una tradizione artistica destinata a illuminare i secoli futuri. 

(è possibile "cliccare" sulle immagini per vederle a una migliore risoluzione)


                Jean Fouquet, La presa di Gerico (miniatura) (circa 1470)

 

 

Jean Fouquet, una delle due parti de Dittico di Melun (1452-55). Colpisce l"astrazione" delle figure umane completamente idealizzate, il cui biancore statuario si staglia su uno sfondo circondata da uno stuolo altrettanto "irreale" di cherubini (in blu) e serafini (in rosso), I due colori simbolizzano a sapienza e l'amore di Dio. 

Jean Fouquet (Tours, 1420 – 1481) Riconosciuto come il massimo rappresentante della pittura francese del XV secolo, Fouquet dal 1445 al 1448 viaggia in Italia e conosce alcuni dei grandi maestri nostrani ma sviluppa uno stile personale e una abile sintesi figurativa del corpo umano. Dedica anche una particolare cura agli sfondi e alle ambientazioni paesaggistiche.



 
Quentin Metsys, Santa Maddalena (1520-25)

 
Quentin Metsys, gli amanti mal assortiti (1520-25)

 

 

 
Quentin Massys, la duchessa brutta (1513)


Quentin Metsys (Quentin Massys o anche Kwinten Matsijs) (Lovanio, 1466 – Anversa, 1530)
Un grande fiammingo che rompe gli schemi, mostrando come il brutto e il grottesco possano essere interessanti da esplorare e da esprimere al pari del bello e dell'edificante. Se interessa un approfondimento su questo genialissimo autore, potete trovare una bella galleria di immagini qui: https://www.tuttartpitturasculturapoesiamusica.com/2018/01/Quentin-Massys.html
 

 

 
Albrecht Dürer, Melencolia (incisione, 1514)


 
Albrecht Dürer, Ritratto di Barbara Holper (1490)

 

 
Albrecht Dürer, Autoritratto con pelliccia (1500)


 
Albrecht Dürer, Veduta di Innsbruck (Cortile dell'ex castello di Innsbruck con le nuvole) (1494)

Albrecht Dürer (in Italia lo chiamavano Alberto Duro o Durero)  (Norimberga, 1471 – 1528). Senza dubbio un talento incommensurabile, che esprime fin da ragazzino (strepitoso il suo autoritratto a tredici anni!).  Formatosi come incisore, è il maestro dell'espressione grafica intesa come "puro disegno", che va dalla composizione allo studio dal vero, dal paesaggio al ritratto. Grazie ai suoi studi scientifici e ai suoi viaggi, ha messo in contatto il Nord e il Sud dell'Europa, contribuendo a rendere moderna la cultura nordica.



Hieronymus Bosch, Trittico del Giardino delle delizie (1480-1490)


 
Hieronymus Bosch, Il giudizio universale (1500-1510)


 
Hieronymus Bosch (scuola), Tentazioni di Sant'Antonio (1500-1510)

Hieronymus Bosch (Jeroen Anthoniszoon van Aken) ('s-Hertogenbosch, 1453 – 1516)
Con quella che oggi definiamo "ironia" (ma non sono affatto certo che il significato che oggi diamo a questa parola sia adatto a definire le sue opere), Bosch mette in scena i conflitti dell'uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa, quindi la caduta nel vizio e il destino infernale per redimersi dal quale c'è solo il riferimento alle vite dei santi
 

 

 
Jean Clouet , Ritratto d'uomo (circa 1520)

Jean Clouet (Bruxelles, 1480 – Parigi, 1541) di famiglia fiamminga, lavora alla corte francese dove realizza una grande serie di ritratti e viene ritenuto l'iniziatore della tradizione ritrattistica francese
 

 
Joos  van Cleve, La morte di Lucrezia (1520)

Joos (o Joost) van Cleve (van Beke) (Kleve, 1485 – Anversa, 1540) pittore fiammingo. Fu tra i principali artefici della scuola di Anversa, che grazie ai suoi numerosi viaggi arricchì di stilemi eclettici, derivati da molti modelli figurativi dell'arte europea.


 
 

François Clouet, Elisabetta d'Austria (1571)

François Clouet  (Tours, 1515 – Parigi, 1572) Figlio di Jean (vedi sopra). E' un prosecutore dell'opera paterna: stessa sobrietà, concentrazione nella ricerca della somiglianza e stessa cura per evitare ogni dettaglio superfluo. Ma si spinge oltre in particolare nelle sue opere di temi galanti (la Dame au bain)  e satirici  (La Farce des Grecs descendue).
 

 
Pieter Bruegel, Cacciatori nella neve (1565)

 

 

 
Pieter Bruegel, Proverbi fiamminghi (1559)

 

 
Pieter Bruegel, Banchetto nuziale (o nozze di campagna) (1568)

 

 

 
Pieter Bruegel, La parabola dei ciechi (1565-1570)

 

 

 
Pieter Bruegel, La danza contadina (1568)

Pieter Bruegel, o Brueghel (Bruegel il Vecchio) (Breda, 1525/1530 circa – Bruxelles, 1569)
A differenza degli italiani del Rinascimento, l'uomo per Bruegel e per i nordici in generale non gode della fiducia datagli dalla filosofia e dalla protezione divina, ma è sopraffatto dalla Natura e rimpicciolito nella sua impotenza e nell'indifferenza generale. Per questo i suoi soggetti non hanno niente di ideale, ma sono piuttosto scrutati nella loro forma reale, per certi versi iper-reale. L'attenzione di Bruegel al paesaggio (come anche in
Dürer) apre la strada ad una nuova forma di pittura in cui gli scenari naturali cominciano a diventare soggetti d'arte. A Bruegel  interessa molto la vita delle persone, che esprime anche trasformando la tradizione popolare in racconti quasi fiabeschi e nello stesso tempo estremamente "veri". Le sue composizioni straordinarie, la gamma strepitosa dei suoi colori, gli orizzonti "paesaggistici" ne fanno uno dei più celebri e dei più riprodotti pittori dell'epoca rinascimentale (e uno dei miei preferiti, ma questo conta assai poco). E' noto come "Bruegel il Vecchio" per distinguerlo dal suo omonimo successore, ma in realtà morì intorno ai quarant'anni.


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