In genere, vi piace il "gotico"? Oggi in questo termine includiamo anche la festa di Halloween, i film di Tim Burton e il rock dei Sisters of Mercy. Insomma, tutto un mondo un po'oscuro e misterioso, che tende a fare paura. Ma in tutta questa emblematizzazione mediatica (che non ha quasi niente a che fare con ciò che è gotico nell'arte) c'è qualcosa di vero: il gotico ci porta in una dimensione di stupore mistico, in spazi che tendono a diventare maestosi, con confini che vorrebbero perdersi nell'infinito. Ma nello stesso tempo, l'arte gotica si avvicina anche all'uomo, perché la fissità e l'immobilismo dei dipinti romanici, dove i santi e i re stavano lì impalati, comincia ad acquistare dinamismo, e le facce cominciano ad avere delle espressioni.
Infatti, man mano che ci si distanzia dalla tradizione romanica, ci si allontana dai moduli stereotipati dell’arte antica. Per molti questo allontanarsi dai moduli cristiani classici ha in sé qualcosa di poco ortodosso, di barbarico, infatti il termine gotico ai suoi inizi è un po’ dispregiativo e significa proprio “barbarico”. Questa accezione negativa dura fino alla fine del 1700. Il gotico visto nel suo insieme va dal XII al XIV secolo, ma la pittura in uno stile che può essere chiamato "Gotico" non appare fino al XIII secolo, o più o meno 50 anni dopo l'inizio dell'architettura e della scultura.
Il passaggio dal Romanico al Gotico è in realtà una dissolvenza lenta, in cui gli stilemi romanici si fanno lentamente da parte in favore di uno stile più austero, più scuro e forse più mistico. Questa transizione parte in Inghilterra e in Francia intorno al 1200, in Germania intorno al 1220 e in Italia circa nel 1300.
Anche se lo scisma dal cattolicesimo ad opera di Martin Lutero è ancora di là da venire (sarà ratificato nel 1521), ho sempre pensato che nelle sostanziali differenze tra la religiosità romanica e la religiosità gotica si manifesti in maniera visiva la grande differenza tra i popoli mediterranei e sud-europei e i popoli nordici, quella che poi sarà la differenza sostanziale tra cattolici e protestanti. I primi guidati da un impianto religioso romanico, gli altri che hanno espresso la religiosità gotica: la prima, quella romanica, basata sul senso di colpa; la seconda, la gotica, basata sul senso di responsabilità. Si tratta, inutile dirlo, di una mia visione personale che ha ben pochi suffragi concreti nella storia, e forse è un’idea che ho maturato dalle sensazioni che provo nelle chiese romaniche, dove mi sento accolto e protetto ma schiacciato verso il basso, mentre invece nelle chiese gotiche mi sento solo, ma anche libero di elevarmi autonomamente verso una dimensione spirituale.
Anche la pittura gotica rispetto a quella romanica mi sembra più spirituale, meno “pesante”, ma soprattutto si sgancia dal ferreo staticismo, retaggio bizantino. Qui, specialmente con il grande Giotto di Bondone, la scena prende vita, c’è un’azione, c’è un racconto. Un po’ come passare dalla fotografia al cinema.
Nonostante il gotico non nasca in Italia (si manifesta verso al metà del XII in Francia poi svilupparsi nel resto d'Europa, fino ad arrivare in Italia circa nel 1300) le migliori esperienze di pittura gotica sono italiane. In questo periodo che nascono le organizzazioni delle arti e dei mestieri, la borghesia comincia a farsi strada come classe sociale attiva, sorgono i primi comuni liberi che si avviano a diventare signorie. La pittura gotica assume caratteri diversi a seconda dell’area in cui si sviluppa, ma fuori dell'Italia la pittura ha un ruolo di secondo piano rispetto all'architettura e alla scultura. Scompaiono i cicli ad affresco tipicamente romanici e inizia la pittura sulle vetrate all'interno delle grandi cattedrali. In Italia invece si continua a preferire sempre la pittura ad affresco, i mosaici e le tavole dipinte.
Le correnti d'oltralpe si sovrapposero al gusto bizantino che persisteva in Italia dando origine a tre diverse correnti pittoriche: la scuola senese di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, la scuola fiorentina culminante con Giotto e la scuola romana di Pietro Cavallini.
Indubbiamente, Giotto è la superstar... influenza tutti i pittori del tempo elaborando un linguaggio pittorico umano e naturalistico (vedere gli affreschi della basilica di S. Francesco ad Assisi e quelli della cappella degli Scrovegni a Padova).
Coppo di Marcovaldo (Firenze, 1225 circa – 1276 circa) San Michele Arcangelo (1250-1260) . Una delle pietre miliari della pittura del Duecento fiorentino. L'opera è ancora piena di retaggi orientali. Una curiosità: l'opera fa parte di un "racconto", una serie di tavole (la Legenda Aurea) disposte ai lati della chiesa di Sant'Angelo a Vico l'Abate nel comune di San Casciano. Ebbene, c'è un altro segno "orientale": la lettura di tipo bustrofedico, partendo da destra a sinistra. L'arcangelo è rappresentato al centro del dossale, seduto in trono, con una lunga tunica (anche lui secondo il rito orientale).
Cimabue (Bencivieni di Cepo) (Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302) - Maestà du Louvre (1289), un'opera a tempera e oro su tavola - Louvre, Parigi
Duccio di Boninsegna (Siena, 1255 circa – Siena, 1318 o 1319) Madonna Ruccelai (1285). Il modulo narrativo è identico a quello di Cimabue ( e forse precedente). Molte altre Madonne dell'epoca hanno un impianto molto simile.
Affreschi di Giotto, 1303 - 1305, Cappella degli Scrovegni, Padova)
1 - Natività di Maria
2 - L' Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro
3 - La cacciata dal Tempio
Giotto (Angiolo di Bondone) (Colle di Vespignano, 1267 – Firenze, 8 gennaio 1337)
Giotto è un grande innovatore, uno di quei geni che vedono o intuiscono visioni nuove che poi trasmettono ai posteri. Si può dire che "inventa" una nuova pittura. Volendo fare un ennesimo paragone con qualcosa di più recente, giotto potrebbe essere paragonato all'inventore delle immagini in 3D. Crea lo spazio e la profondità, segna il superamento degli schemi bizantini e l'apertura verso una rappresentazione che introduce il senso del volume e del colore, anticipando i valori dell'età dell'Umanesimo. Infatti, a ben guardare, nonostante Giotto sia una superstar dell'epoca gotica, i suoi dipinti hanno ben poco di "gotico", infatti, nella prospettiva critica storico-artistica Giotto è l’anticipatore del Rinascimento. Secondo questa visione è Giotto che per primo dà massa corporea e fisionomia realistica alle "persone" presenti nell'opera, superando del tutto lo ieratismo bizantino. E poi recupera dalla pittura greco-romana lo spazio in pittura, l’uso di una prospettiva empirica, le architetture cominciano ad avere un rapporto più realistico e coerente con i personaggi umani e non sono più una rappresentazione simbolica, come ancora in Cimabue. Giotto riesce a fare un salto qualitativo indicibile, perché riesce perfino a dare caratterizzazione psicologica alle sue figure.
E poi, come ultima cosa: Giotto inizia il processo di laicizzazione della pittura ( e scusate se è poco).
Ambrogio Lorenzetti (Siena, 1290 circa – Siena, 1348) - Effetti del buon governo (a mio parere un dipinto magnifico... e nel girotondo si intravede già qualcosa di Botticelli... )
Scuola di Avignone (franco-italiani) Chambre du Cerf, 1343, Palais des Papes Avignone. Un mio amico che si occupa di fashion design mi ha detto che questa immagine è "glam".
Autore sconosciuto Dittico di Wilton House, circa 1395, (Londra, National Gallery). Mentre da noi abbondava l'oro, qua sembra avessero ampie scorte di blu oltremare (che per inciso, non si chiama così perché ha il colore del mare lontano, ma perché anticamente giungeva "da oltre mare", cioè da paesi lontani. In fatti il "lapis azul" o pietra azzurra, nota a tutti oggi come lapislazzuli, veniva estratto principalmente in Oriente e dai porti del Vicino Oriente (Siria, Palestina, Egitto) arrivava in Europa.
Jacquemart de Hesdin (Hesdin, 1384 – 1413) Salita al Calvario (Portamento della Croce), 1409 (Parigi, Louvre). Interessantissimo il movimento generale del quadro, dove tutti sembrano spostarsi verso destra. (E' in scena una delle leggi della "gestalt": tutte le figure hanno un "destino comune").
Aggiungo questo Particolare dalla Tomba di Don Sancho Saiz de Carillo (1300) - Museu Nacional d'Art de Catalunya - Barcelona. Fa parte di una serie di straordinari dipinti trecenteschi dell'arte catalana. Come non vederci un'anticipazione di Klimt? E forse perfino di Munch?
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