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martedì 2 marzo 2021

Nabis, armonie e profezie

 Siamo intorno al 1890 e, nonostante l'impressionismo sia tuttora all'onore delle cronache, molti artisti si interrogano già sugli sviluppi e le possibili "evoluzioni" di contenuti e linguaggi.Come avviene il passaggio tra Impressionismo ed Espressionismo? Una delle risposte più plausibili si trova nei dipinti Nabis e nelle loro radici, nei dipinti di Gauguin. Quello che dei Nabis influenzerà molta arte successiva è la loro ricerca anche formale: non cercano la potenza espressiva, la potenza dell’immagine, l’effetto sorprendente. Vanno verso la semplicità del segno, la bidimensionalità, la sintesi, la purezza della linea e la morbidezza dei colori. Per i Nabis l’arte descrittiva è definitivamente finita, ci si concentra sull'espressione interiore. L’assioma fondamentale, che è la radice di molti correnti a venire è che il tema passa in secondo piano rispetto alla composizione e all’armonia dei colori,  il cui rapporto determina ed esprime una nuova categoria di significati.

Nabis o Le Nabis deriva da una parola ebraica, ma anche araba: “nabi”, che significa “profeta”. In questo modo si definivano un gruppo di artisti parigini dell'avanguardia post-impressionista alla fine del XIX secolo, lasciando intendere che la loro arte si prefigurava qualcosa di relativo agli scenari futuri. A giudicare dall’influenza che questa corrente artistica ha avuto sull’arte che l’ha seguita, possiamo dire che gran parte della profezia si è avverata.
Il termine viene coniato da Auguste Cazalis, esperto di ebraico e lingue orientali. Cazalis vuole classificare un gruppo di giovani artisti usciti dall'Académie Julian e dall'École des Beaux-Arts che, partendo dalle visioni dei simbolisti volevano rinnovare il linguaggio visivo dell’arte, cercare nuovi linguaggi, fare una pittura “nuova”, lontana dagli accademismi e dai formalismi, come suggerito dal pittore Paul Sérusier, il loro ispiratore.
I risultati straordinari di questo gruppo di artisti mostrano il loro interesse “aperto” a tutte le manifestazioni culturali, al loro reciproco ispirarsi. Arti visive, musica e  letteratura non hanno confini e sono tutti strumenti per un nuovo tipo di narrazione artistica. Il gruppo ha una particolare idea di sè, una specie di confraternita unita nella ricerca delle vere fonti dell'arte per sviluppare una nuova sensibilità. In primo piano c’è la volontà  di andare oltre (non di negare) il realismo impressionista, per rappresentare le emozioni allo stato puro.
 
 
 


Maurice Denis, Avril, les Anemones (1891)
 
 



Maurice Denis, Eurydice (1903) 
 
 
 
 
Maurice Denis, Le Paradis (1912)
 


Édouard Vuillard, Dans la pièce (1903)



Édouard Vuillard, Le Clos Cezanne à Vaucresson (1920)


Félix Vallotton, Chemin avec fillette portant un panier (1911)



 Félix Vallotton, Paysage sous bois (1918)


 
 
 Félix Vallotton, Coucher de soleil (1918)

 
Paul Sérusier, Soirée (1906)




Paul Sérusier, Le talisman (1912)


 

Paul Sérusier, Bretonnes, réunion dans le bois Sacré (1891-1893)

 
 
Pierre Bonnard, La porte-fenêtre avec chien (1912)


Pierre Bonnard, La Terrasse o Une terrasse à Grasse (1912)
 

 
 


Pierre Bonnard (Fontenay-aux-Roses, 3 ottobre 1867 – Le Cannet, 23 gennaio 1947)
Maurice Denis (Granville, 25 novembre 1870 – Saint-Germain-en-Laye, 13 novembre 1943)
Paul Sérusier (Parigi, 9 novembre 1864 – Morlaix, 7 ottobre 1927)
Félix Vallotton (Losanna, 28 dicembre 1865 – Neuilly-sur-Seine, 29 dicembre 1925)
Édouard Vuillard (Cuiseaux, 11 novembre 1868 – La Baule, 21 giugno 1940)

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