Siamo nella Russia del 1913. l'80% della popolazione è formata da contadini (oltre 88 milioni). Quasi due milioni di persone entreranno in sciopero dal giugno 1913 al luglio 1914.
Lo zarismo che sta vacillando sotto la pressione socialista finirà i 16 luglio 1918 ad Ekaterinburg, dove i bolscevichi giustizeranno lo Zar Nicola II e la sua famiglia. Di fatto, ancora per qualche anno la Russia è partecipe della cultura europea, e le tendenze dell'astrattismo anche qui trovano una loro espressione (forse la più assoluta e categorica), la quale si incardina anche in una visione politica dell'arte, che per gli artisti russi si colloca nel processo di presa di coscienza del proletariato. Nascono così, in un contesto razionalista e materialista, le esperienze del Costruttivismo sovietico e del Suprematismo. Curiosamente, questi movimenti artistici, che spesso hanno a che fare con l'architettura, approdano a risultati molto simili ai razionalismi nostrani, nonostante si ispirino a fedi politiche diametralmente opposte. Al fianco della nuova arte costruttivista russa, e con numerosi scambi reciproci, si evolve quello che abbiamo chiamato il "futurismo russo" con le personalità di Natalia Sergeevna Goncharova e di Michel Larionov, che fondano il Raggismo. Goncharova e Larionov nel 1914 sono in Italia, visitano la mostra Esposizione Libera Futurista Internazionale. A Roma incontrano Marinetti e Boccioni. Larionov segue la luce, Goncharova interpreta il futurismo concentrandosi sulle macchine per analizzare criticamente lo stato del mondo meccanizzato; entrambi aprono nuove porte sullo scenario visivo dell'arte astratta
Raggismo (Rayonism)
Nel
1913 Larionov pubblica il Manifesto del Movimento Raggista (o rayonista) che
riassume il lavoro di entrambi. Durante il periodo del Raggismo Natalia
mostra un tratto decorativo forte e una ispirazione che ha risonanze bizantine. Le sue opere sono straordinariamente dense e materiche. Per i raggisti gli oggetti non sono rappresentati secondo principi convenzionali, ma si
percepiscono dai raggi luminosi che essi riflettono.
Costruttivismo
Mi ha sempre stupito che un movimento di profonda ispirazione comunista, orientato a portare l’arte nelle masse proletarie abbia assunto le forme e gli aspetti dell’arte più elitaria e intellettuale. Si tratta di un movimento d’avanguardia fondato in Russia sui rilievi di Vladimir Tatlin (Char´kov 1885 - Mosca 1953), pittore e scultore, esponente dell'avanguardia russa degli inizi del secolo, lega il suo nome al progetto per il Monumento alla Terza Internazionale (1919), che per l'adesione ai nuovi principi di conquista dello spazio, svincolati dalla concezione tradizionale, può essere considerato il simbolo del nascente costruttivismo russo. Il movimento vero e proprio nasce nel 1920. Vi prendono parte artisti e pittori di sinistra, ideologi dell’azione di massa. Nel suo ambito si colloca il Manifesto Realista di N. Gabo e A. Pevsner. I presupposti sono analoghi a quelli del Dadaismo, del Cubismo e del Futurismo, mettendo in primo piano il rifiuto dell’arte borghese. Visto storicamente, come dicevo, il risultato formale del movimento mi appare come un paradosso: gli elaborati costruttivisti sono tra i più criptici e i più bisognosi di mediazione culturale e di approfondimenti dotti, mentre nelle prospettive della rivoluzione gli artisti costruttivisti vedono la possibilità di svincolare l’arte dalle élite e di costruire un’arte nuova per la società. Molte opere sono progetti architettonici, quasi mai realizzati. Il costruttivismo si spegne nel 1933 scontrandosi con l’organizzazione burocratica e accademica del socialismo reale, ma rappresenta un elemento di passaggio, un ponte tra il futurismo (che ha saputo sintetizzare e ridurre all’essenziale) e le visioni astrattiste e geometriche di De Stijl e del Bauhaus.
Gustav Klutsis, Dynamisk (1919-21)
Gustav Klutsis (Gustav Klucis) (Rūjiena, 4 gennaio 1895 – Mosca, 26 febbraio 1938)
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László Moholy-Nagy, Il ponte (1919 [?] )
El Lissitzky (Lazar' (o Eliezer) Markovič Lisickij) (Počinok, 23 novembre 1890 – Mosca, 30 dicembre 1941)
Vadim Meller (San Pietroburgo 1884 - 1962)
Il Suprematismo è un movimento artistico creato intorno al 1913 dal pittore Malevich che scrive il Manifesto del Suprematismo (1915) insieme al poeta Majakovskij. Il suprematismo è il mondo della non rappresentazione. Viene presentato pubblicamente per la prima volta a Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) nel 1915, in occasione della mostra: "Seconda esposizione futurista di quadri 0-10 (Zero-dieci).
Malevič sostiene che l'artista moderno deve perseguire un'arte finalmente liberata da fini pratici ed estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Quindi che la pittura precedente altro non era che la rappresentazione estetica della realtà, mentre il fine dell'artista deve essere quello di ricercare un percorso verso l'essenza più autentica e profonda dell'arte: l'arte fine a se stessa.
Secondo Malevič l'arte astratta è superiore a quella figurativa perché l'opera suprematista trascende la rappresentazione affrancandosi su un solo elemento: il colore, che viene espresso nel miglior modo possibile in un dipinto astratto. La corrente suprematista resta essenzialmente legata al nome del suo iniziatore, ma i riflessi della sua poetica vanno al di là dei dipinti e dei modelli architettonici dell'artista, influenzando l'opera di molti altri artisti e aprendo le porte all’astrazione pura.
Kasimir Malevich (Kazimir Severinovič Malevič) (Kiev, 23 febbraio 1879 – Leningrado, 15 maggio 1935)
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Ivan Puni (Kuokkala, 20 febbraio 1894 – Parigi, 28 dicembre 1956)
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