Ho tardato nella pubblicazione di questo articolo (siamo in ritardo sulla tabella di marcia) perché il fenomeno dell'arte astratta è così complesso e polivalente che è difficile sintetizzarlo in una breve dissertazione. In effetti, da qui in avanti, molta arte sarà da considerarsi "astratta" e quindi anche alcuni capitoli successivi avranno a che fare con il processo dell'astrazione che ha attraversato la prima metà del Novecento. Per fortuna c'è una considerazione di Paul Klee che a mio parere descrive con una certa efficacia l'astrattismo: Klee considera l'arte come un discorso sulla realtà e non come una sua semplice riproduzione. Con poche parole il genio svizzero-tedesco ha inquadrato il problema.
Si è soliti dire che l’Astrattismo nasce nel 1910, quando il pittore russo Wassilj Kandinskij dipinge un acquerello, considerato la prima opera astratta della storia dell’arte.
Wassilj Kandinskij, acquerello del 1910 |
Come movimento artistico l’Astrattismo nasce nei primi anni del XX secolo in Germania. Il termine "astrarre" ha come intento quello di creare immagini indipendenti dalla rappresentazione della realtà esteriore, con un linguaggio visivo fatto di forme e di colori. L’artista astratto vuole creare composizioni indipendenti dalle referenze visuali nel mondo, vuole emanciparsi da tutta l'arte occidentale precedente, che fin dal Rinascimento si basa sul tentativo di rappresentare la realtà visibile. Il movimento nasce dalle profonde modificazioni della vita umana che arrivano nel XX secolo: l'industrializzazione, la colonizzazione di paesi poveri, l'incremento tecnologico ma soprattutto la scoperta di una vita interiore irrazionale e difficilmente controllabile, dove campeggiano l'inconscio "scoperto" da Freud e l'irrazionalismo di Nietzsche.
Gli astrattisti affermano che, scoperta la fotografia, non c'è più nessun bisogno di trovare mezzi per riprodurre la realtà. Quello che conta è riprodurre l'invisibile e l'inafferrabile, quei pezzi di realtà che non sono accessibili con mezzi tecnologici e meccanici. Puntano a un'interpretazione soggettiva del reale, alla visione esclusiva dell'artista.
Per vederli collocati nella storia dell'arte dobbiamo riferirci alle esperienze dei Fauves e del cubismo. Nei Fauves di esalta lo stato d'animo dell'artista, mentre il cubismo persegue la semplificazione delle forme secondo l'ordine della geometria e dello spazio. La negazione della rappresentazione del reale nasce quindi per mettere in campo l'interiorità personale, narrata attraverso gli elementi fondamentali della pittura: la forma, la linea e il colore ed estensivamente tutti i concetti citati dal libro di Arnheim.
Nel saggio di Wilhelm Worringer "Astrazione ed empatia" (1907) l'arte consiste nelle intenzioni dell'artista. L’Astrattismo è un'arte che si muove senza cercare agganci nel mondo visibile, che ricerca la forma pura tramite colori e forme geometriche (Mondrian, Josef Albers, Mauro Reggiani e Mario Radice). Ci sono poi altre esperienze di arte "non figurativa”, alcune delle quali meno rigorose e meno riduzioniste, che vengono definite con altri nomi (espressionismo astratto, arte informale), che analizzeremo successivamente.
A grandi linee, e solo per chiarire le idee, possiamo dire che c’è una corrente astratta che si basa prevalentemente sulla geometria e sulla definizione dell’opera in campiture di colore, mentre un’altra corrente si basa sulla stesura libera del colore, completamente libera da ogni forma di schematismo. In alcuni casi si parla di “Astrattismo geometrico” ed in altri di “Tachisme” o di arte informale . Nel 1917 nasce De Stijl (vedi capitolo successivo) ed insieme ad essa il movimento artistico del neoplasticismo per opera di vari artisti, tra cui Piet Mondrian (1872-1944). Il loro astrattismo è di tipo geometrico basato sulla creazione di forme pure e bidimensionali. Tra la fine degli anni 40 e l’inizio dei 50 nasce in Francia il Tachisme (vedi capitolo più avanti). Il termine viene da tache, ovvero macchia, e propone un astrattismo più sensuale e libero dalla geometria Ecco perché in alcune accezioni con "astrattismo" si intende (in senso restrittivo) solamente la ricerca della forma pura per tramite di colori e forme geometriche, come nelle opere di Mondrian.
Vassily Kandinsky (Vasilij Vasil'evič Kandinskij) (Mosca, 4 dicembre 1866 – Neuilly-sur-Seine, 13 dicembre 1944)
1912 è a Parigi: l'influenza di Picasso e di Braque offre nuove possibilità di sintesi al suo modo di dipingere. I suoi quadri contengono ancora una certa forma di rappresentativismo, ma sono sempre più dominati dalla geometria e dalla visione spaziale del cubismo, che lui vede come una strada, e non come un punto d'arrivo.
Diversamente dai cubisti, Mondrian continua a tentare di conciliare la sua pittura con la dimensione spirituale, e nel 1913 comincia a fondere la sua visione dell'arte e i suoi studi teosofici in una teoria che segna la sua rottura finale con la pittura rappresentativa.Durante la Grande Guerra è nei Paesi Bassi e abita in una colonia di artisti di Laren, dove conosce Bart van der Leck e Theo van Doesburg due pittori anch'essi impegnati in una ricerca verso l'astrazione artistica. Con van Doesburg fonderà la rivista De Stijl e inizierà il percorso del neoplasticismo che vedremo successivamente.
Alla fine della guerra, Mondrian torna in Francia, dove rimane per vent'anni. Qui, nel 1919, comincia la produzione dei famosi quadri "a griglia" con lo stile per cui sarebbe divenuto famoso.
Astrazioni in Italia
Anche in Italia i primi esperimenti di rifiuto della rappresentazione del vero risalgono agli inizi del Novecento. Il sipario sull'arte astratta italiana si alza con le opere visionarie di Romolo Romani a Milano, seguito su questo percorso da alcuni futuristi come Ivo Pannaggi e soprattutto Giacomo Balla (Compenetrazioni iridescenti, 1912). Ma queste esperienze italiane non sono veramente astratte: nei quadri di Romani non c'è vera e propria astrazione, ma piuttosto un tentativo di rappresentare le forze della natura. Anche nei futuristi l'idea del movimento e del dinamismo non abbandona mai del tutto una base figurativa: Balla infatti studia oggetti che appaiono scomposti da un caleidoscopio, Pannaggi cerca visioni tridimensionali di meccanismi o dettagli di oggetti. Anche Prampolini crea forme irreali a partire da organismi viventi, ma l’astrattismo vero e proprio deve invece intendersi come armonia pura, distaccata da qualsiasi riproduzione del vero. Tra le espressioni interessanti di un quasi-astrattismo ci sono anche le opere del futurista-esoterista Julius Evola, teorico dell'estrema destra.
Alberto Magnelli, Café (1914)
Alberto Magnelli (Firenze, 1º luglio 1888 – Meudon, 20 aprile 1971)
che
sin dal 1915 crea composizioni completamente astratte, influenzate
dalla conoscenza diretta che ha con i capiscuola dell'astrattismo.
Magnelli vive in Francia dove, dopo la prima guerra mondiale aderisce
al gruppo Abstraction-Création (1931) dove si percorrono le vie dell'astrattismo, dal costruttivismo al
neoplasticismo fino all'astrazione lirica.
L'astrattismo in Italia assume i caratteri di un vero movimento intorno ai primissimi anni '30. Si tratta di un fenomeno così ricco e così espansivo veso altre interpretazioni dell'astrattismo che ne vedremo gli effetti in molta arte prossima. Di solito si parla di un primo e di un secondo astrattismo, anche se in realtà sono molto legati e, a parte le polemiche della critica dell'epoca, si tratta di fermenti di grande interesse e in sintonia l'uno con l'altro. Al di là dei "primati" sulla prima mostra e delle ricerche sulla datazione dei primi esperimenti astratti degli italiani, si definisce solitamente primo astrattismo, quello milanese, più eterogeneo, di cui fanno parte Reggiani, Fontana, Veronesi; il secondo invece nasce a Como, a 50 chilometri da Milano.
Come abbiamo visto, i primi fermenti di astrattismo sono già cominciati, ma una nuova interessante ondata di
pittura astratta arriva intorno agli anni '30. A Milano la galleria "Il
Milione" è il punto di ritrovo di un gruppo eterogeneo guidato dalle
teorie espresse da Carlo Belli nel testo "Kn”, dove si aspira a
realizzare un' arte simbolo di un nuovo ordine, priva di fini
illustrativi e cronachistici.Non tutta la produzione è completamente astratta, e in molti casi l'appartenenza a queste avanguardie astrattiste ha significato per molti artisti un momento di transizione che raggiungerà la maturazione negli anni '50 e '60. Poi c’è il gruppo lariano, più rigoroso, del cosiddetto secondo astrattismo, ispirato dall'architetto Giuseppe Terragni e dai
pittori Manlio Rho e Mario Radice.
Il
gruppo milanese punta all'arte "istintiva" (linee oblique convertite da
Reggiani in eleganti geometrie; forme colorate, sintetizzate da
Osvaldo Licini). Nel 1934 la galleria ospita una personale di
Kandinsky; Mario Radice ne porta il messaggio a Como, che saprà reinterpretarlo attraverso varie personalità artistiche. Nello stesso anno
c’è una collettiva con opere di Bogliardi, Ghiringhelli e Reggiani, che
sancisce i principi della "Dichiarazione degli espositori", considerata
il primo manifesto dell'astrattismo italiano.
Il gruppo milanese
Mauro Reggiani, Composizione n. 10 (1934)
Mauro Reggiani (Nonantola, 11 agosto 1897 – Milano, 20 maggio 1980)
Virginio Ghiringhelli, detto Gino, (Milano, 29 giugno 1898 – San Vito di Bellagio, 19 agosto 1964),
Lucio Fontana (Rosario de Santa Fe, 19 febbraio 1899 – Comabbio, 7 settembre 1968)
Atanasio Soldati (Parma, 24 agosto 1896 – Parma, 27 agosto 1953)
Osvaldo Licini (Monte Vidon Corrado, 22 marzo 1894 – Monte Vidon Corrado, 11 ottobre 1958)
Luigi Veronesi, Composizione (1934)
Luigi Veronesi, Composizione (olio e fotogramma) (1938)
Luigi Veronesi (Milano, 28 maggio 1908 – Milano, 25 febbraio 1998)
all'età di 17 anni, grazie alla camera oscura del padre, inizia ad analizzare e sondare le potenzialità creative del fotogramma.
Negli
anni venti inizia l'attività artistica, frequentando un corso di
disegnatore tessile, e contemporaneamente svolge ricerche nell'ambito
fotografico che gli consentono di ottenere, attraverso determinate
tecniche, immagini dense di originalità. Fu introdotto da Raffalle
Giolli in un gruppo di intellettuali associati con la rivista Poligono. A
20 anni comincia ad interessarsi alla pittura studiando presso il
pittore napoletano Carmelo Violante, allora professore presso
l'Accademia Carrara di Bergamo.
Partecipa alla prima mostra
collettiva di arte astratta d'Italia, il 4 marzo 1934 nello studio dei
pittori Felice Casorati e Enrico Paolucci in Torino, con gli artisti
Oreste Bogliardi, Cristoforo De Amicis, Ezio D'Errico, Lucio Fontana,
Virginio Ghiringhelli, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Mauro Reggiani e
Atanasio Soldati, i quali firmarono il "Manifesto della Prima Mostra
Collettiva di Arte Astratta Italiana". Partecipa alla Triennale di
Milano nel 1936. Lo stesso anno partecipa a una mostra di arte astratta
in Como con Lucio Fontana, Virginio Ghiringhelli, Osvaldo Licini,
Alberto Magnelli, Fausto Melotti, Enrico Prampolini, Mario Radice, Mauro
Reggiani, Manlio Rho e Atanasio Soldati. Il catalogo contiene una
presentazione scritta da Alberto Sartoris. Ancora nel 1936 è
illustratore del " Quaderno di geometria" di Leonardo Sinisgalli. Nel
1939 presenta una mostra personale nella Gallerie L'Equipe in Parigi. In
quello stesso anno pubblica "14 variazioni su un tema pittorico" con
commento musicale di Riccardo Malipiero, avviando una profonda analisi
dei rapporti tra scale musicali e scale cromatiche, con particolare
interesse per la musica dodecafonica.
A Milano, nel 1932, la galleria
Il Milione ospita le sue prime creazioni, di tipo figurativo: in
seguito, inizia la sua personale ricerca nell'ambito dell'astrattismo.
...
il gruppo lariano
Il cosiddetto secondo astrattismo nasce a Como, ispirato dall'architetto Giuseppe Terragni, che conosce i testi del Bauhaus e di Kandinsky ed esprime nella progettazione e nelle concezioni una via italiana al razionalismo.
Giuseppe Terragni Monumento Scarfatti (1918) |
Ne esce un astrattismo puro, con richiami al quasi contemporaneo Suprematismo. Nel gruppo, le idee del razionalismo e la scintilla dell'arte di Kandinsky esplodono in forme nuove e originalissime, con un astrattismo geometrico puro, inconfondibilmente italiano che aprirà poi nuove strade all'arte non figurativa nostrana.
Il centro delle esperienze astratte lariane si fonda sulla ricerca del Bauhaus, (con il quale non mancano le relazioni culturali anche dirette, con reciproci scambi) e del Costruttivismo russo. Gli artisti operanti nell'ambito di questa tendenza trovano sempre maggiore spazio nelle manifestazioni della cultura ufficiale, partecipando alle quadriennali del 1935 e del 1939.
Aldo Galli, Senza titolo (1938)
Carla Badiali (Novedrate, 9 novembre 1907 – Como, 7 febbraio 1992)
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