Comincierei questa riflessione sulle dimensioni presentando quest'opera di Thomas Jamak intitolata Locution e presentata alla Nachteilezeight di Berlino nel 2002.
Alberich Württemberg, il più importante critico tedesco, ha scritto di Jamak che con la sua opera ha definitivamente eliminato il confine tra ciò che è dentro e ciò che è fuori e che la scultura ha finalmente dichiarato il suo essere estranea alla materia.
Non voglio ingannare nessuno, e immagino di non esserci riuscito, ma ovviamente dichiaro che è tutto falso. Falso il nome dell'autore che ho inventato io (chiedo scusa ad eventuali omonimi). Falso il nome dell'opera, falsa la foto, falso il critico (idem per gli omonimi) e le sue affermazioni.
In realtà la foto è un montaggio di una matassa di filo di ferro plastificato che mi sono trovato in mano dopo avere tolto la spirale a una vecchia agenda prima di buttarla nella carta da riciclare.
Prima di buttare la spirale ormai arrotolata in una matassa inutilizzabile l'ho osservata. L'ho trovata interessante, soprattutto perchè l'ho appallottolata inconsapevolmente, senza alcun obiettivo artistico. E prima di consegnarla all'Azienda Municipalizzata ho deciso di conferirle un ultima visibilità. E' arte? Se anzichè essere un'oggettino insignificante di pochi centimetri fosse una presenza alta almeno sei o sette metri, il suo valore estetico/ rappresentativo/ comunicativo, cambierebbe? Il suo valore significativo cambierebbe? Avrebbe una maggiore dignità? In molti casi, negli ultimi anni, ho avuto la sensazione che fosse sufficiente un cambio dimensionale per conferire importanza a un'opera.
Se il celebre ragazzino gigante di Ron Mueck fosse alto venti centimetri, sarebbe solo una statuetta? Continuerebbe ad essere arte o sarebbe artigianato? E' giusto dire che le grandi dimensioni - di per se stesse - sono un elemento qualificativo dell'arte contemporanea? P.S. Se qualcuno volesse comprare la mia matassa, ne possiamo parlare: è il bozzetto per un'opera in fibra di carbonio alta 74 metri.
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RispondiEliminaPiuttosto diffidente, divertita dalle mistificazioni ironiche di "klaus" (Santa?) che ridicolizzano il criticismo sterile, mi accingo a dare testimonianza: sì, le dimensioni contano!
EliminaAllego di seguito alcune frasi che condivido in pieno (almeno per il poco che ne capisco;))) dalla descrizione di Jan Garden Castro a proposito delle "Torqued Ellipses". Weatherproof steel. View of installation at the Museum of Contemporary Art, Los Angeles, di Richard Serra.
Casualmente (ma davvero) passavo di lì e ci siamo imbucati all'inaugurazione, nel 98, mi pare. E' stata un'esperienza. Nel senso che camminare tra le pareti di ferro è stato straniante e divertente. Solo l'architettura mi aveva dato simili emozioni, e solo molto raramente. La prima volta è stata di notte, all'apparirmi, la prima volta che la vedevo, della cupola di Santa Maria del Fiore, stagliata contro il cielo nero.
Comunque, per quanto riguarda il plastico della tua scultura, se devo credere che gli omini siano alti m. 1,80, devo segnalarti che al massimo il groviglio è otto metri: circa come le lastre di ferro di Serra ed il ragazzino di Mueck. Copione.
Non capisco perchè quello che copio e incollo delle frasi di Castro sulle sculture di Serra scompare. Nell'anteprima giuro che c'erano...
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